Il ritiro igrometrico è uno dei fenomeni più importanti, e spesso sottovalutati, nella realizzazione di sottofondi e massetti. Comprenderlo permette di prevenire problemi strutturali, garantire la corretta posa del pavimento e rispettare le quote progettuali, soprattutto nelle moderne soluzioni a basso spessore e negli impianti radianti.
In questo articolo analizziamo in modo chiaro e tecnico cos’è il ritiro igrometrico, perché si verifica nei sottofondi, quali rischi comporta e come scegliere i materiali più adatti per contenerlo.
Che cos’è il ritiro igrometrico
Il ritiro igrometrico è la riduzione di volume che un materiale a base cementizia subisce dopo l’indurimento, a seguito dell’evaporazione dell’acqua presente nell’impasto.
A differenza del ritiro plastico, che avviene nelle primissime fasi di presa, il ritiro igrometrico interessa il materiale quando è già indurito e può protrarsi per settimane o mesi.
Durante l’asciugatura:
- l’acqua non legata chimicamente evapora;
- le strutture interne del materiale si avvicinano;
- il volume complessivo diminuisce.
Questo processo, se non controllato, può causare deformazioni, abbassamenti, imbarcamenti e perdita di planarità del sottofondo o del massetto.
Perché il ritiro igrometrico è così importante nei sottofondi per pavimenti
I sottofondi rappresentano il principale volume nella stratigrafia di una pavimentazione. Il loro corretto dimensionamento e mantenimento delle misure nel tempo sono fondamentali per:
- il rispetto delle quote progettuali;
- la corretta posa del massetto;
- la compatibilità con impianti radianti;
- la durabilità dell’intero pavimento.
Anche un piccolo errore di planarità o uno spessore fuori tolleranza può compromettere il sistema, costringendo a recuperi con i massetti successivi che aumentano peso, inerzia termica e rischi strutturali.


Sottofondi, acqua di impasto e origine del ritiro
La maggior parte dei sottofondi viene realizzata miscelando:
- una parte in polvere, con legante e inerti;
- una parte di acqua, necessaria per:
- l’idratazione del legante,
- la bagnatura degli inerti,
- il raggiungimento della giusta reologia (fluida, semifluida, viscosa),
- il corretto funzionamento degli additivi.
- l’idratazione del legante,
Al termine dell’idratazione, rimane acqua in eccesso, indispensabile a livello operativo ma non legata stabilmente nella struttura.
Questa acqua uscirà inevitabilmente dal sottofondo sotto forma di vapore, generando ritiro.
La quantità di ritiro dipende direttamente da:
- rapporto acqua/legante;
- assorbimento degli inerti;
- presenza di additivi schiumogeni;
- condizioni ambientali (umidità, ventilazione, temperatura).
Ritiri e deformazioni: come si muove un sottofondo
Il ritiro si manifesta sia in direzione orizzontale che verticale.
Un effetto molto comune è l’imbarcamento (o “alzare gli angoli”), generato dall’evaporazione più intensa nella parte superiore del sottofondo, la più esposta all’aria.
Conseguenze tipiche:
- perdita di planarità;
- spessori non conformi al progetto;
- vuoti sotto pannelli radianti;
- pavimenti più soggetti a flessione sotto carichi localizzati.
Nelle pavimentazioni radianti, ad esempio, un’imbarcatura del sottofondo può creare zone vuote sotto il pannello. Questi vuoti impediscono la corretta distribuzione dei carichi, generando comportamenti flessivi pericolosi per la durabilità del sistema.
UNI 11944: cosa dice la norma su planarità e tolleranze
La recente UNI 11944 impone requisiti precisi su:
- planarità del sottofondo;
- tolleranze di quota;
- mantenimento delle dimensioni nel tempo.
Questo significa che progettisti e posatori devono tenere conto del ritiro igrometrico già in fase di scelta del prodotto e di definizione dello spessore.
Come scegliere il sottofondo giusto: criteri tecnici fondamentali
Quando bisogna scegliere il sottofondo, è indispensabile valutare:
- vincoli di spessore;
- tolleranze di planarità;
- condizioni di asciugatura;
- tipologia di pavimento o presenza di impianti radianti.
In generale, per contenere il ritiro igrometrico è consigliabile preferire prodotti che:
1. Richiedono poca acqua di impasto
Un basso rapporto acqua/legante riduce in modo significativo il ritiro finale.
2. Hanno un contenuto moderato di legante
Una quantità di legante più elevata può aumentare il ritiro totale.
3. Utilizzano inerti di dimensioni maggiori
Inerti più grandi migliorano la stabilità dimensionale e riducono la deformazione.
4. Sono formulati per limitare il ritiro
Prodotti tecnici o premiscelati possono garantire performance migliori rispetto ai tradizionali sottofondi realizzati in cantiere.
Perché contenere il ritiro igrometrico è fondamentale
Limitare il ritiro non significa solo mantenere spessori e planarità, comporta anche benefici aggiuntivi, come:
- riduzione dei rischi di condensa;
- minori problemi con pavimentazioni sensibili all’umidità;
- miglior durabilità dell’intero pacchetto pavimento;
- maggiore efficienza di impianti radianti a basso spessore.
Meno acqua significa meno vapore, meno movimenti e meno patologie nel tempo.
Conclusioni
Il ritiro igrometrico è un fenomeno naturale ma non deve essere trascurato.
Comprenderne le cause e scegliere correttamente i materiali permette di realizzare sottofondi stabili, duraturi e conformi alle normative.
In un mercato sempre più orientato a sistemi sottili, pavimenti radianti e quotazioni precise, la selezione di prodotti a basso ritiro è una scelta strategica che evita costosi interventi di correzione e garantisce la qualità dell’intero pavimento.


